venerdì 1 giugno 2007

Stuck in the Past

C’era una volta una ragazza di nobili origini che viveva in un paese pieno di alberi e con bellissimi paesaggi da ammirare. Il suo nome come quello del paese sono andati perduti nell’unico libro che ne racconta la storia, ormai divenuta leggenda raccontata di generazione in generazione perché non vada perduta.
La giovane aveva dei lunghissimi capelli color caramello pieni di onde, viveva spensierata e felice nel suo paesello, finché un giorno non rimase vittima di un incantesimo.
Nessuno mai seppe chi lanciò la malvagia magia, sta di fatto che la poverina rimase prigioniera di una gabbia di vetro, abbastanza grande per muoversi e poggiata su di un prato.. Il potere della maledizione era che la gabbia non le permetteva di uscirne, ma si muoveva con lei permettendole di andare dove voleva senza che le persone che la circondavano si rendessero conto della sua situazione. Fino a qui si potrebbe dire e dov’è la maledizione? Vero! Ma la sua prigione non le permetteva di vivere le sensazioni che provava, in questo modo lei andava alle feste, vedeva gli amici e le persone care, mangiava piatti nuovi o vedeva posti in cui non era mai stata, ma non viveva tutto questo. Nessuna sensazione, nessun sapore o odore, nessun sentimento. Tutto quello che accadeva le scivolava addosso senza lasciarle niente.
Le stagioni passavano, ma la ragazza vedeva sempre lo stesso paesaggio e più il tempo passava più la situazione peggiorava, quasi non si accorgeva che le cose accadevano. Quando a Primavera qualcuno le fece notare che di lì a poco ci sarebbe stata l’annuale Raccolta dei Gigli lei si ritrovò pensierosa e arrivò a chiedersi:” Quando è passato Natale? Io non ricordo che ci sia stato!”
In quel momento si rese conto di cosa le era capitato e una forte fitta allo stomaco s’impadronì di lei, e comprese che aveva perso dei bellissimi momenti che non sarebbero più tornati.
Incominciò a pensare ad una soluzione, a contattare maghi e streghe che potessero aiutarla, ma nessuno trovava il modo di liberarla dall’incantesimo e chi le stava intorno notò che la sua gioia si spegneva di giorno in giorno.
Il tempo continuava a passare e la povera ragazza era sempre più disperata, si allontanò da tutto e da tutti e pianse, pianse fino ad addormentarsi. I suoi sogni erano cupi e pieni di mostri, ma all’improvviso tutto si schiarì, tornò il sole portato da un giovane accompagnato da una fata, la quale parlò alla ragazza: “ Il tuo incantesimo non può essere spezzato da nessuna magia, come sai, però non tutto è perduto, solo tu puoi liberarti da esso e tornare quella che eri!”
La fata scomparve e la ragazza rimase lì immobile, avrebbe voluto porre più domande alla Fata capire cosa poteva fare per liberarsi, il sogno le aveva dato speranza e si risvegliò.
Arrivò di nuovo sera e la giovane lontana da casa si fermò in una locanda per mangiare e riposarsi, quando entrò la sua espressione tranquilla divenne di colpo incredula, l’oste era il ragazzo apparsole nel sogno. Andò da lui e ordinò e la ragazza pensò di poter trovare delle risposte da lui, così gli fece una domanda:”Cosa fareste voi se non poteste vivere ciò che vi succede e poteste solo osservare la vostra vita come un estraneo?” L’oste la guardò stupito per la strana domanda, ci pensò su e le rispose:” Vedi, io vivo qui da sempre e ogni sera spillo birre per i viandanti e cucino per loro, ascolto le loro storie e ne faccio bagaglio, tutti i giorni una storia nuova sempre diversa, non dimentico le vecchie e smanio per quelle future, ma nel momento in cui ne ascolto una io sono lì e non penso ad altro né alla storia della sera precedente, né a quella della sera seguente, mi concentro su quella e in questo modo sono sicuro che non la dimenticherò e che farà parte di me!”
No, nessuno seppe mai se l’oste sapeva di più di quello che mostrò sulla storia della ragazza, sta di fatto che il giorno dopo lei lasciò il villaggio con le idee più chiare e tornò a casa.
Quando arrivò rifletté e capì che era rimasta intrappolata nel suo passato perché aveva paura del futuro e per questo non riusciva a vivere il presente, decise che l’unica cosa che poteva fare era archiviare il passato, ma non dimenticarlo per seguire il consiglio dell’Oste. Passò del tempo, ma a poco a poco le mura cominciarono a dissolversi fino a quando fu di nuovo libera, aveva conservato i ricordi come un tesoro caro, ma non temeva più il futuro e finalmente poté godersi ogni momento del presente senza perdersi un solo nuovo ricordo.

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