mercoledì 11 febbraio 2009

La sveglia, l’inesorabile sveglia delle 7 che mi catapulta nella realtà dopo un agitato e stancante sonno, non che i sogni quella notte fossero stati belli, ma in fondo dovevo aspettarmelo
La lite della sera prima aveva prosciugato le mie energie e non avevo potuto fare niente per evitare gli incubi, ma quel giorno non dovevo andare al lavoro, mi ero solo dimenticata di togliere la sveglia
Non sapevo cosa fare, la prospettiva di stare in casa diversi giorni con la fonte della mia rabbia e sofferenza non mi sembrava allettante, sul serio, dovevo trovare un diversivo e decisi che avevo bisogno di andare via di lì per qualche giorno
Lasciai un biglietto e mi diressi con il treno verso l’aeroporto, il passaporto in tasca e senza una meta, ma quando entrai dalle porte scorrevoli e il pannello delle partenze mi apparve fissandomi come una maestra elementare inviperita, la vidi lì la risposta alla mie domande
Feci il biglietto e prima di avviarmi all’imbarco avvisai per messaggio il mio migliore amico che avrei raggiunto lui e sua moglie e che sarei rimasta da loro qualche giorno giusto per godermi il caldo e il sole della loro città e aggiunsi di non preoccuparsi sapevo trovare la loro abitazione, non pensavo che li avrei trovati a casa impegnati com’erano, ma ritenevo giusto che almeno fossero avvisati
Durante il volo continuavo a cantare una canzone, non so perché ma era come un disco rotto e ininterrotto che andava avanti nella mia mente e pensavo, rimuginavo sulla lite, su cosa avessi sbagliato nella mia vita, perché quella non era la prima ne sarebbe stata l’ultima discussione di quel genere, era una serie di immagini e parole che si susseguivano tutte uguali, come quel film in cui il protagonista è costretto a rivivere all’infinito lo stesso giorno per riuscire a migliorarlo, solo che io non vedevo come le cose potessero migliorare e sapevo di aver bisogno di una sola persona, l’unica che mi capiva, mi ascoltava, si dimostrava comprensiva e mi voleva bene senza remore.
Dopo il lungo volo, non avevo chiuso occhio e la tristezza continuava ad assalirmi così non mi sorpresi mentre mi avviavo all’uscita del gate di avere gli occhi improvvisamente lucidi e pieni di lacrime, stringevo la mia unica e misera borsa e tenevo lo sguardo basso afflitto, poi in filodiffusione sentii la canzone che avevo cantato tutto il giorno e lo alzai come obbligata da una forza sovrannaturale e in mezzo alla moltitudine di persone che si affrettavano lo vidi, le lacrime sgorgarono irrefrenabili, ma erano lacrime di gioia, sentii il viso illuminarsi da un abbagliante sorriso, come se la soluzione ai miei problemi di colpo mi fosse chiara e limpida, gli corsi in contro e lo abbracciai con tutta la forza possibile e mi resi conto del perché non avessi mai dubitato del suo affetto e della sua amicizia fin dal primo giorno in cui l’avevo incontrato, perché sapeva capire quando c’era un problema e leggere fra le righe, ma soprattutto in quelle occasioni mollava tutto e correva ovunque fossi per aiutarmi come io facevo con lui. In quel momento stretta a lui tutto era perfetto, ogni cosa venuta dopo, che fosse una lunga chiacchierata o un pomeriggio rilassante e divertente non importava, la mia tristezza e i ricordi malinconici della lite erano già svaniti dal momento in cui avevo incontrato i suoi occhi sorridenti

A volte le canzoni ispirano pensieri e storie a me capita piuttosto spesso e ho deciso di scriverla

Buona giornata a tutti!

venerdì 5 settembre 2008


Non ho più la mia piccolina, la mia piccola gattina nera è rimasta là sulle colline con la sua mamma e i suoi vecchi/nuovi padroni
Dire che non mi manca sarebbe una bugia, mi mancano già i suoi occhi luminosi il suo pelo morbido e i suoi giochi, ma so che là sta sicuramente meglio che qui, perché libera e non ci sono pericoli che ostacolino i suoi giochi, quindi ho capito che la decisione migliore era che vivesse in collina
È bello avere un piccolo animale domestico che oltre a qualche scherzo ti fa le coccole ed è un peccato non avere il posto perché possano esprimere la loro vivacità nel migliore dei modi
Così mi manca, ma è la scelta giusta lo so e mi chiedo come le persone possano abbandonare gli animali, che non ci una soluzione, un amico, una pensione?
Come si può essere così crudeli da lasciare per strada piccoli esserini che chiedono solo il nostro affetto e in cambio ce ne danno il doppio?
Mi domando perché prenderli se poi si debba abbandonarli a questo modo come se fossero spazzatura di cui ci si può liberare facilmente, e il senso di colpa non li divora poi per aver fatto del male a delle creature innocenti?
Non lo so, che si possa considerare umanità questa? Non credo, è solo l’ennesima voglia da soddisfare e svanito l’effetto novità ci si libera della zavorra, non fa una piega, ma che si possa definire persone questi esseri crudeli e senza cuore penso sia un’ignominia
Detto questo la mia gatta mi manca, ma sono contenta che si diverta a inseguire i cani

Non comprate animali se intendete abbandonarli, sono come dei figli senza la parola e date loro tantissimo affetto

Buona giornata a tutti!

venerdì 29 agosto 2008

Come al solito le ferie iniziano, passano e finiscono più velocemente di quello che ci si aspetta
Quest’anno è stato così sono andata al mare poi in Spagna e infine a Londra poi di nuovo al lavoro e di quei posti rimane sono il ricordo e la nostalgia
Il fatto è che stiamo lì ad aspettarle tutto l’anno le agognate ferie e quando arrivano sono già finite, si può?
Un attimo, il tempo di un respiro e di nuovo dietro la scrivania, sicuramente più riposati e con un po’ più voglia di fare che poco prima di partire quando si lavora e ci si muove quasi per inerzia, ma con un grande interrogativo in testa dopo essersi divertiti, aver visto bellissimi posti ed essersi riposati ci chiediamo perché? Perché non si può fare più spesso, non solo una volta l’anno, perché non si può godere di questi momenti diverse volte l’anno
Io me lo sto chiedendo, sarà perché ieri in questo momento ero su un aereo di ritorno dalla incantevole e incatenante Londra e sembra tutto così strano essere di nuovo in ufficio come se non fossi andata in vacanza, riprendere la solita routine come se non l’avessi mai mollata e mi faccio queste domande, sai che novità io sono una domanda continua
Ma devo dire che la differenza c’è, una certa dose di energia maggiore che mi permette di avere più voglia nell’immergermi nella routine che mi circonda
Insomma alla fine è stato tutto bellissimo, i posti, la gente, il cibo, il tempo meteorologico, tutto non prefetto ma bellissimo, perché alla fine bisogna capirlo che di perfetto non c’è nulla altrimenti sai che noia, ma di bello ci sono un bel po’ di cose, in tutte le vacanze c’è sempre qualche intoppo o inghippo, ma se si riesce a risolvere dopo al ritorno ci si può ridere sopra e ricordare ciò che ci ha divertito e che ci è piaciuto

Insomma avete occasione? Andate in vacanza spesso e volentieri, così sarete tutto l’anno energici e scattanti sul lavoro

Buona giornata a tutti!

venerdì 1 agosto 2008


Il Chew-in-Gum, questa complessa massa gommosa dagli svariati gusti, chi di noi non ne ha mangiati?
Li adoravo e li adoro, perché sono gustosi con quei sapori di Frutta così finti che sicuramente la plastica è più naturale, di tutti i colori e forme
Non mi sono documentata, ma so che, a parte la gomma che tutti sappiamo arriva dai famosi alberi della gomma, il boom delle Bubble Gum è stato alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando gli americani lo portarono in giro per il mondo distribuendolo nei paesi afflitti dalla guerra insieme al cibo
Da lì in poi è stato un crescere di marche e gusti per bambini, colorati e al gusto di frutta, e per gli adulti più piccole e alla menta
Ma perché questo successo? I motivi sono semplici, prima di tutto i bambini si divertono a colorarsi la lingua, con i salutarissimi coloranti e sentire lo zucchero che si scioglie, in più tutti abbiamo amato fare i famosi palloni con la gomma, esistono persino delle gare, il pallone più grosso, quello a matrioska con più palloni dentro, quello dalla forma più strana e tantissima gente che partecipa a questi concorsi e si allena per primeggiare nella sua specialità
E qui abbiamo tirato in ballo anche gli adulti, ma noi persone comuni che non abbiamo un talento ballonistico perché amiamo questa gomma solo sapore e nulla sostanza?
Dicono che sia un anti-stress, un potente anti-stress, perché l’iniziale sapore dolce o fresco ci regala una bella sensazione e il continuo masticare ripetutamente aiuta a scaricare le tensione, un po’ come quei giochini morbidi che si schiacciano in mano, solo che spesso le mani le abbiamo impegnate nei nostri impegni quotidiani e quindi cosa c’è di più semplice che metterci una gomma in bocca e masticarla e darle le nostre frustrazioni? Non è nemmeno illegale perché non occupa le mani come una sigaretta quando si è in macchina quindi il codice della strada non la bandisce e ci permette di usarla
Non sapevo di questo suo potere, ma leggendo in internet l’ho scoperto e ripensandoci è vero, quando le mangio le mastico con forza, mi diverto a fare i palloni e sicuramente è più saporita che le unghie delle dita e meno imbarazzante con i capi che fare insensati disegnini

Mangiate con tranquillità le gomme sono rilassanti e salutari, esclusi i coloranti, e ritorniamo bambini facendo i palloni

Buona giornata a tutti!

venerdì 25 luglio 2008

Tutti citiamo frasi, libri, film e aneddoti, tutti lo facciamo, perché una buona citazione utilizzata al momento e al posto giusto rafforza la nostra opinione, la rende più convincente
Così inizia l’inevitabile caccia alle citazioni migliori e ci accalchiamo a vedere film o leggere libri ricchi di frasi profonde e piene di significato che potremo poi usare a nostro piacimento
Chi di noi non le ha mai usate? Io volevo citare delle frasi famose, ma ho deciso che forse valeva la pena scrivere sulle citazioni anziché usarle
Ma in fondo da cosa nasce questo fenomeno, non mi sono documentata perché non so se avrei trovato un riscontro, insomma da una qualche parte deve essere pur cominciato, qualcuno ha detto qualcosa di così interessante che improvvisamente ha iniziato a girare ed essere ripetuta da tutti, quindi se ora c’è la caccia alle citazioni, a quel tempo ci sarà stata la gara alla creazione di frasi celebri, così mi immagino un’orda di studiosi e intellettuali che passano le loro giornate a pensare a poche parole unite in modo sensato e d’effetto che li faranno passare alla storia
Una visione decisamente strana, in tutti i sensi, ma il mondo è pieno di queste frasi e credo sia capitato ogni tanto che qualcuno ci abbia pensato su riflettendoci a lungo sulla massima da dire
Ma poi perché noi ne siamo così schiavi? Non siamo forse in grado di fare un bel discorso senza citare qualcun altro? Ormai è gia stato detto tutto che copiamo e non inventiamo più?
Non lo so, ma nell’era moderna sembra quasi una moda, fare un uso sfrenato e smodato di massime altrui, un indizio forse dell’eccessiva insicurezza della generazione moderna o un indizio di una profonda cultura?
Perché per citare bisogna sapere e studiare, quindi chi cita fondamentalmente è un erudito che ha costruito il suo sapere e l’ha approfondito se è in grado di utilizzarlo no?
Quindi la domanda è una: citiamo perché siamo insicuri e scarsi ad inventiva o perché siamo colti e sappiamo ben sfruttare la nostra cultura?

Dico, citate, perché è divertente e a dispetto delle mie due tesi una buona citazione meraviglia gli interlocutori

Buona giornata a tutti!

venerdì 18 luglio 2008


Un consiglio per la lettura, Caffè con Panna un libro interessante, scorrevole con una piccola nota amara che rende più dolce il romanzo
Il libro parla di Cameron una ragazza che non riesce a mettere radici in nessun posto, la storia incomincia quando la giovane, che lavora come assistente di un anziano storico avido divoratore di panini alla mortadella, riceve una lettera della sua amica d’infanzia Sonia che la invita al suo matrimonio e le dice di averla recentemente sognata
L’anziano datore di lavoro di Cameron le lascia come eredità un regalo e una lettera in cui le chiede di esaudire il desiderio di Sonia e di consegnarle il pacchetto
La ragazza carica le sue poche cosa lasciandosi per sempre alle spalle la casa in cui aveva vissuto e lavorato per anni e parte attraverso gli Stati Uniti alla ricerca della sua amica accompagnata per tutto il tragitto da numerosi flash-back che ci fanno scoprire l’amicizia e le avventure delle due ragazze dal primo incontro fino alla repentina e definitiva separazione
Nel viaggio che Cameron compie si trova a scoprire se stessa a capire ciò che vuole e che voleva e con l’aiuto di un amore nuovo e ritrovato realizza finalmente il suo scopo raggiungendo l’agognata felicità
Dopo una vorticosa e faticosa caccia Cameron finalmente ritrova Sonia e nel riunirsi capiscono che ciò che le accomunava un tempo le unisce di nuovo rinsaldando la loro amicizia
Un libro, veloce che scorre pagina dopo pagina a tratti amaro, perché l’amicizia alle volte ci mette alla prova, a tratti crudele come la mamma di Sonia e a tratti dolce come Will e il papà di Sonia
Impossibile non voler bene sia a Sonia che a Cameron, una dolce e insicura cresciuta nell’umiliazione che paventa una facciata stoica e coraggiosa davanti agli altri, l’altra un maschiaccio che il padre ha cresciuto come tale, forte senza legami ma che in realtà e fragile come l’amica, entrambe hanno bisogno l’una dell’altra per sostenersi e solo con il tempo capiranno che questo è più importante di qualsiasi errore commesso e che la loro amicizia è la cosa più importante che hanno

Nel caso siate senza idee di lettura, questo lo consiglio è leggero, ma diverso dai soliti romanzi zuccherosi

Buona giornata a tutti!

venerdì 11 luglio 2008

Passioni e talenti, tutti abbiamo le prime, non necessariamente i secondi, affermazione ovvia, ma che a volte non viene presa in considerazione
Perché è vero tutti abbiamo un interesse, cose che ci tengono impegnati nel tempo libero, che ci piace vedere, fare, ascoltare, raccogliere, leggere, collezionare o disegnare, ma non tutti siamo bravi a farle, che peccato o che frustrazione dipende dal punto di vista, perché a ben pensarci è un piacere a metà fare una cosa, ma non riuscire a farla bene
Il talento è quella cosa in più, quella spiccata particolarità che ci distingue dalla media, la passione non basta mai, è fondamentale, ma non sufficiente perché c’è sempre chi ha talento e ci supera
Non voglio fare la disfattista, le passioni vanno coltivate e difese con unghie, denti e tutto quello che ci capita a tiro e non dobbiamo mai e ripeto mai lasciarci scoraggiare da chi ci dice di lasciare perdere, anche perché se ci manca il talento, probabilmente non faremo della nostra passione una professione, ma possiamo farne un hobby che ci distragga e ci dia piacere, godimento a metà? Sì l’ho detto, ma sempre meglio un mezzo godimento che vivere nella noia perché la mediocrità non ci soddisfa
Certo possedere un minimo di talento potrebbe inorgoglirci, ammirando i nostri risultati, ma a volte penso basti il divertimento in quello che facciamo a risollevarci l’animo a renderci schiavi della nostra passione, perché non necessariamente lo siamo, ma spesso ciò che ci piace ci prende pensieri e ci circonda perché non possiamo farne a meno, come il contentino contro la noia, sapendo che quando avremo un po’ di tempo libero potremo dedicarci a ciò che amiamo e diventa un circolo vizioso, la sensazione di benessere che ci danno quei momenti cerchiamo di riportarla nel corso di tutta la giornata con immagini o suoni che possano ricordarci il benefico effetto facendoci diventare dipendenti dalle cose che ci rendono rilassati

Se avete delle passioni, ma non i talenti, seguitele e rilassatevi senza riserbo nessuno vi vieta di farlo

Buona giornata a tutti!