venerdì 20 giugno 2008


The city of blinding lights, la famosissima, nel bene e nel male New York, tanto famosa che è quasi consumata, canzoni e film la citano
Perché ne parlo? Perché dovevo andarci con una mia amica, poi a causa problemi di lavoro non ci sono potuta andare e mi è dispiaciuto tantissimo
Così mi interrogavo sul potere magnetico di questa città che esercita fascino anche da lontano senza andarci, come se attirasse a sé la gente, un’enorme calamita piena di luci sfavillanti e meraviglie
Che siano i musei? La sua controversa natura cosmopolita? Il fatto che in mezzo ai giganti di vetro e acciaio ci sia uno spazio verde e respirabile noto come Central Park? Che siano le luci che abbagliano gli occhi impedendo di vedere le stelle e rendendoci schiavi di quella sua luminosità come se il cielo non fosse mai stato ammaliante?
Non lo so, domande che mi faccio da una settimana, ovvero da quando la mia amica è partita e io ho avuto la certezza che sarei rimasta a casa, domande, interrogativi che se ne stanno lì come a voler compensare il groppo in gola, la fitta per la mancata occasione
È come se avessi il Mal d’America senza esserci andata, fa questo effetto? È così pericoloso? Cosa succede quando si torna a casa e la voragine di sofferenza rimane? O forse ce l’ho perché non ci sono andata? Saperlo…
Mi sembra di essere sotto la pioggia e non avere l’ombrello e le domande mi cadono addosso, sapevo che avrei reagito così, l’avrei fatto anche se non fossi andata nel posto più squallido con un’amica, ma se poi ci mettiamo che è New York la mia reazione si moltiplica esponenzialmente perché so senza ombra di dubbio che mi sarebbe piaciuto, mi sarei divertita e il motivo lavorativo per cui sono rimasta a casa mi pesa come un sasso
Ma a parte la mia depressione post-viaggio altrui, mi chiedo perché tutti si accaniscono positivamente e negativamente contro questa città, perché non Oklahoma city? O New Orleans? Cos’ha di così magico che attira, rapisce e fa innamorare e non lascia più? Risposte che mi farò dare da chi ci è andato, anzi è questa l’unica cosa positiva sono contenta che la mia amica ci sia andata così ha avuto questa possibilità di vedere una delle città più famose al mondo e forse anche lei avrà lasciato un po’ di lei in mezzo ai palazzi luccicanti, alle strade gremite di persone e sul simbolo che più rappresenta la libertà degli immigrati del secolo scorso

Vi capitasse di andare a New York non rinunciate immagino valga la pena inventare una scusa per visitarla

Buona giornata a tutti!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gomen kudasai.

Simona ha detto...

New York non è una città, è un modo di vivere. L'ho realizzato solo ora che sono tornata nella nostra piccola città. Può piacere o no, ma resta il fatto che è magica. Proprio l'altro mondo. Totalmente diverso dal nostro. Il mio cuore è rimasto là, perchè è l'unico posto in cui vorrei essere.